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Fondazione Palazzo Ducale Genova

“Viaggio in Italia” racconta un viaggio intorno alle emozioni di chi l’Italia l’ha attraversata, percepita, vissuta: è costruita sulle impressioni suscitate dall’Italia nei grandi viaggiatori stranieri, scrittori in particolare, memorialisti, ma soprattutto pittori. La mostra evoca il fluire della vita lungo cinque secoli, dal Cinquecento al Novecento e, attraverso le varie “testimonianze” – manoscritti, dipinti, opere a stampa – celebra il clima umano, sociale e artistico dell’Italia dal XVI al XX secolo. Di grande interesse iconografico, la mostra, quale naturale ampliamento, si completa con opere d’arte “scoperte” o “elogiate” dai diversi viaggiatori, e dai ritratti dei loro contemporanei italiani, personaggi che, a vario titolo, nei loro excursus, i viaggiatori hanno incontrato o “visto” nelle varie città La dimensione spettacolare ed evocativa di questa esposizione è affidata ai dipinti con la loro capacità di meravigliare: dipinti come specchi dotati di memoria in cui si è fissata la dimensione di un’epoca. In mostra troviamo infatti opere del Veronese, del Tintoretto, dodici opere di Tiziano, dieci di Turner, fra cui una stupenda veduta di Genova, due di Raffaello, tre disegni di Michelangelo, cinque sculture del Canova, il taccuino italiano di Goya, opere di Velasquez, Bronzino, Guido Reni, Caravaggio, Domenichino ed altri. La mostra si apre sulle Corti italiane del Cinquecento, che vengono “raccontate” dalle visioni dei grandi artisti. I ritratti dei Principi, dei cortigiani, dei letterati, nella loro viva immobilità, “fanno vedere” un mondo di splendori e cupezze, di incensi e veleni. Dai dipinti di Tiziano, Pontormo, Raffaello, Dossi, Bronzino e altri grandi artisti possiamo rivivere l’emozione del passato. Attraverso gli occhi di Montaigne il visitatore “vedrà” le feste medicee, assisterà agli spettacoli delle compagnie dei teatranti, sarà ammesso ai superbi giardini vaticani. Sarà presente all’incontro che Montaigne ebbe con Tasso. Con Rubens rivisitiamo Genova, città che al pittore fiammingo apparve subito meravigliosa: i palazzi diventeranno l’occasione di un volume curato da Rubens che esalterà la possanza di questa città. Qui Rubens dipinge, si intrattiene con Van Dyck, ospite della colonia dei fiamminghi approdati in città. Saranno questi artisti a gettare il seme della più straordinaria stagione artistica di Genova. Torino, Milano e Bologna suscitarono vivo interesse in Montesquieu, più attento alle fortificazioni e all’economia degli stati italiani ma non insensibile alla pittura: a Bologna si appassiona davanti ai dipinti di Guido Reni, del Francia e dei fratelli Carracci. Il Marchese De Sade arriva in Italia, inseguito dalla polizia. Trova asilo a Firenze e poi a Roma, dove si trasforma nel più appassionato visitatore di chiese. Il suo diario di viaggio è un vero e proprio inventario di opere d’arte: in esso sono annotate le forti emozioni procurate da alcuni dipinti di Caravaggio, Domenichino e Guido Reni. Il visitatore troverà nella mostra anche aperture sul paesaggio, sulle città, sulle piazze: attraverso le vedute l’Italia viene rappresentata secondo il ritmo del cambiamento del gusto, cambia il tempo e quindi il suo modo di guardare.
 
“Viaggio in Italia” è anche una mostra sullo sguardo. Emblema di questa penetrazione dello sguardo è Goethe che arriva a Roma dove viene accolto da una vivace comunità di pittori tedeschi. Prosegue poi per Napoli e la Sicilia. Con gli occhi di Goethe il meridione appare nel suo splendore “ritratto” da Philipp Hackert, il pittore della Corte napoletana incaricato appositamente di “fermare”, in una serie di dipinti, le più belle vedute del reame. Napoli per Goethe è la città degli incontri con personaggi illustri e originali ad un tempo: sir Hamilton, ambasciatore d’Inghilterra e formidabile vulcanologo, con la bellissima lady Hamilton. Il sud dell’Italia, per Goethe, è l’esplosione della natura, la furia del Vesuvio coniugata al lussureggiare del mondo vegetale. Più pacata e ricca di dolenti rimpianti è la Roma di Chateaubriand, che inizia la carriera diplomatica, durante il periodo napoleonico, quale segretario del cardinale Flesh. In seguito egli diventerà ambasciatore di Francia proprio a Roma dove, frequentando lo studio di Antonio Canova, potrà attenuare i suoi rancori, lontano dagli intrighi della politica. Genova ospita anche Byron, Flaubert e Dickens che qui trascorre un lungo periodo scrivendo alcuni dei suoi più originali racconti le cui atmosfere affiorano dalle sue memorie di viaggio Pictures from Italy. Henry James giunge a Firenze dove si appassiona alle opere di Tiziano e Botticelli e dove ambienta il suo romanzo Ritratto di Signora. Si trasferisce, come Robert Browning, a Venezia dove è pronto a cogliere il fulgore della grande pittura veneziana da Bellini a Tintoretto, da Veronese a Carpaccio. Proprio Carpaccio sarebbe diventato il mito veneziano di un altro scrittore che della città lagunare colse la bellezza straziante: Marcel Proust.  
Catalogo
Electa, www.electaweb.it