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Fondazione Palazzo Ducale Genova

Jimi Hendrix: dove comincia il futuro
martedì 11 dicembre 2018, ore 17.45
Sala del Maggior Consiglio

Nell’ambito degli incontri Intorno a Paganini Rockstar, appuntamento con Ivano Fossati, curatore della mostra Paganini Rockstar insieme a Roberto Grisley e Raffaele Mellace

La musica di Jimi Hendrix vanta una vera estetica personale. Pochi musicisti nell’ambito del pop/rock sono stati così saldamente fedeli al proprio stile. Hendrix abbandona presto, all’incirca dopo i primi due album, le sovrastrutture psichedeliche dettate dal momento. Di cose ne accadono tante in quegli anni che sono i più prolifici e inventivi della seconda metà del Novecento, eppure Hendrix sembra procedere più o meno come Ulisse fra il canto delle sirene: è evidente che quello che suona e incide per sé stesso è la sola cosa che gli preme, l’emanazione del suo essere e del suo pensiero. Le sue canzoni sono sin da subito puntate verso il futuro, una direzione vaga che forse Jimi non ha del tutto chiara davanti agli occhi ma che il suo istinto forse invece in qualche modo vede.
Essere più avanti del proprio tempo è il destino/dovere degli artisti: il suono, le parole e l’immagine stessa di Jimi Hendrix risultano catapultate verso il nostro presente con tanta forza da farci pensare che ci supereranno e si collocheranno agilmente nel prossimo futuro. In fondo il suono di Hendrix non ha tempo, nasce già svincolato da questa scomoda costrizione. Anche quando le composizioni ci appaiono più terrene, amabili e decifrabili (Little wing, Stone free) suonano al nostro orecchio, forse proprio a causa della non eccelsa qualità di molte registrazioni, come una dimostrazione della relatività del tempo. È quello che accade ascoltando i primi reperti del blues, i vecchi dischi a 78 giri di Blind Lemon Jefferson o di Robert Johnson: non ricaviamo alcun disagio da quelle lontane voci metalliche immerse in altrimenti insopportabili fruscii. Accettiamo consciamente, con la dovuta leggerezza, questa distorsione temporale e siamo ammirati e felici.

Ingresso libero sino a esaurimento posti