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Fondazione Palazzo Ducale Genova

Il manifesto del partito comunista
domenica 17 marzo 2024 ore 11, Sala del Maggior Consiglio

Il testo del Manifesto è scritto rapidamente tra il novembre 1847 e il gennaio 1848 da due esuli tedeschi a Londra. È stampato in poche copie (pare la prima edizione non abbia superato le 200 copie) nella prima settimana di febbraio 1848.

Ci metterà più di un quarto di secolo a diventare un testo che gira tra le mani dei militanti. E passerà ancora un quindicennio (siamo all’inizio degli anni ’90 del XIX secolo) per acquisire la dimensione di «catechismo politico».

Dunque quando parliamo di questo testo dobbiamo ricostruire tre diverse storie.

Prima storia

Riguarda le idee che degli esuli, propongono ad altri esuli al fine di dotarsi di una guida culturale per distinguersi e discutere con altri esuli tedeschi. Il luogo è Londra, una città che sarà il luogo dell’esulato democratico europeo tra anni ’40 e anni ’90 dell’Ottocento.

Seconda storia

Riguarda quando quel testo che a lungo rimane marginale inizia a girare per le mani dei militanti. Di nuovo è all’indomani di una sconfitta, questa volta gli sconfitti sono i comunardi francesi, i democratici spagnoli dopo il crollo della Prima repubblica (1868-1873), i socialisti tedeschi emigrati tra la Svizzera e Londra negli anni della disintegrazione della Prima Internazionale (1872-1876) in mezzo al confitto tra socialisti e anarchici. Lì quel testo inizia ad assumere la funzione di un «vangelo socialista».

Terza storia

Trasformazione del testo in «catechismo», ovvero un testo che non ha più prevalentemente una funzione educativa, ma ideologica.

Questo accade con la fondazione della Seconda Internazionale e, soprattutto, con la costruzione della giornata del Primo Maggio come festa internazionale, ovvero tra 1890 e 1895. In quel quinquennio quel testo diventa il «testo di tutti» e inizia diventare un testo tradotto in tutte le lingue.


David Bidussa è storico e consulente editoriale di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. Collabora a: “Il domenicale – Sole 24 ore”; “Maremosso” ; “Doppiozero”; “Gli Stati generali”, Rai Storia.

Ha pubblicato: Il mito del bravo italiano (il Saggiatore 1994); La France de Vichy (Feltrinelli, 1997); La mentalità totalitaria (Morcelliana 2002); I have a dream (BUR, 2006); Siamo italiani (Chiarelettere, 2007); Dopo l’ultimo testimone (Einaudi, 2009); Leo Valiani tra politica e storia (Feltrinelli, 2009); La misura del potere (Solferino 2020).

Ha curato: Le religioni nel mondo moderno. Ebraismo (Einaudi 2009); Antonio Gramsci, Odio gli indifferenti (Chiarelettere 2011): Claudio Pavone, Gli uomini e la storia (Bollati Boringhieri 2020); Benito Mussolini, Scritti e discorsi (1904-1945) (Feltrinelli 2022); Vittorio Foa, Il futuro si fa solo partecipando (Fondazione Feltrinelli 2023).


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